“Ciao Paolo, c’é un posto libero nello staff di Sydney. I responsabili ti aspettano il 19 Aprile in aeroporto. Buona fortuna!”
“19 Aprile? Ma oggi é il 3 Aprile… devo partire tra due settimane?”
“Si, esatto, o meglio, se decidi di dire si. Queste sono decisioni da prendere in fretta, così come si presentano. Sta a te dire si o no. Niente di sbagliato in un senso o nell’altro. Pensaci…”
Da li a qualche ora decisi di accettare la proposta.
D’altronde cosa avevo da perdere? Più o meno nulla. Avevo già preso decisioni riguardanti il mio futuro mesi prima. Qui si trattava solo di mettere da parte le “paure”, fare i bagagli, salutare tutti e partire.
E così feci, come spiego bene qui.
Avevo sempre sognato di vivere un’esperienza all’estero con un obiettivo chiaro. Ho sempre ammirato i viaggiatori zaino in spalla, dato che ogni tanto lo sono anche io, ma nel mio sogno di vivere all’estero c’erano cose ben definite: un lavoro, una città grande e piena di stimoli e la lingua inglese.
Nei miei viaggi mentali, questa città era sempre stata New York.
Spesso mi capitava di sognare di camminare tra le strade di Manhattan, cappuccino in mano e musica nelle orecchie, alla mattina, prima di andare in ufficio…
Insomma in questa città volevo provare a viverci, non a passarci giusto in vacanza.
Volevo provare le sensazioni di essere un italiano all’estero, uscendo quindi da tutta quella che era stata la mia zona di comfort fino ad allora.
Volevo mettermi alla prova!
E voi direte, quindi quando ti é arrivata questa proposta hai iniziato a saltare di gioia?
La risposta é no!
Non so il motivo, ma quando la proposta arrivò, l’unica cosa che avevo in testa era…la nebbia (non quella di Milano è).
Non riuscivo a realizzare.
Davanti a me vedevo solo il nulla. Sapevo ciò che andavo a fare, ma mi sembrava che stesse accadendo tutto troppo in fretta.
Sapete quando ho iniziato a realizzare il grande cambiamento?
Quando un mattino stavo camminando per Market Street, vicino a Town Hall.
Camminavo per andare a scuola, musica nelle orecchie, cappuccino caldo in mano, migliaia di persone per strada, e attorno a me immensi grattacieli.
Per un attimo ripensai a tutte quelle volte che avevo immaginato un momento simile nella camera di casa mia ad Arluno.
In quell’attimo, realizzai dove mi trovavo e mi commossi.
Da quel momento di “strada australiana” ne ho percorsa tanta, e di cose ne sono cambiate, ecco perché, per chiudere questa seconda era di Why Not, ho voluto raccontare il mio primo anno e mezzo di esperienza australiana.
In quest’intervista ho parlato del mio arrivo in Australia, della mia esperienza nella Milan Academy, della mia esperienza scolastica, della mia esperienza a Rete Italia ed infine, del mio futuro.
Con questo video, ho voluto aggiornare tutte le persone che già mi conoscono, e presentarmi a tutte quelle nuove.
Alla prossima!