Quante volte abbiamo parlato di quella vocina fastidiosa.
Quella vocina che in un certo momento della giornata inizia a parlarci:
- “Sei sicuro che va tutto bene?”;
- “Sicuro che il lavoro che stai facendo è quello giusto per te?”;
- “Ti piace davvero quel che fai?”.
E la cosa incredibile, é che non si sa come e non si sa perché, ma quella vocina ha una capacità incredibile di smascherare le nostre bugie.
Le possiamo raccontare ciò che vogliamo per ore e ore, ma alla fine, riesce sempre a fare quella domanda che ci mette in crisi e che ci spinge a riflettere.
Così, capita di rimanere ore a pensare e ripensare alle sue domande, alle sue indicazioni, ai suoi disegni futuri, proprio in quei momenti, in cui ci troviamo indifesi.
Sono quei momenti in cui lei sa, che ci troverà disarmati.
Ad esempio prima di addormentarci, mentre facciamo colazione, durante un viaggio di piacere oppure, nel tragitto che ci porta al lavoro.
Sono questi i momenti in cui, ci capita di ascoltarla più attentamente, creando con noi stessi, un’abitudine.
L’abitudine all’ascolto.
E’ un’abitudine potentissima questa, perché quando iniziamo a farlo, tutto può accadere.
Può accadere ad esempio, di prendere decisioni che vanno contro alla ragione, come lasciare un lavoro sicuro per fare, semplicemente, un’esperienza di vita.
Come é capitato a Benedetta, la protagonista di questa storia.
Appena laureata in architettura, trovò un lavoro in un studio, per il quale era ben retribuita, a differenza di tanti suoi amici che, addirittura, faticavano nel trovar lavoro.
Nonostante la sua ottima posizione, sentiva che le mancava qualcosa.
Le mancava di vivere un’esperienza esclusivamente per se stessa, che le permettesse di capire il suo posto nel mondo.
Così decise di prendere un’aspettativa per tre mesi dal proprio lavoro, applicò per il visto Working Holiday e partí alla volta dell’Australia, con l’obiettivo di viversi tre mesi nel continente Down Under.